Influenza 2024
Un altro milione di contagi
Il quadro che l'influenza sta disegnando in Italia in questo inizio anno non è confortante. Procede a grandi passi: nella settimana tra Natale e Capodanno, secondo il nuovo bollettino della sorveglianza RespiVirNet dell'Istituto Superiore di Sanità, sono stati poco più di 1 milione gli italiani messi a letto da sindromi simil-influenzali. Ma il numero reale potrebbe essere più alto a causa dei ritardi di notifica causati dalle festività di fine anno.
"Al momento è difficile prevedere quando ci sarà il picco. È tuttavia probabile che nelle prossime settimane registreremo ancora una circolazione sostenuta dei virus respiratori, specie con la riapertura delle scuole", spiega Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità. Di questo passo, ci si sta avviando verso i 7 milioni di casi. Dal novembre scorso infatti, da quando cioè è partita la sorveglianza, sono 6,7 milioni i casi di influenza in Italia. La passata stagione aveva chiuso il 2023 con un dato piuttosto elevato che ha toccato i 14 milioni di casi.
La tosse che non finisce mai
La tosse anche quest’anno è il sintomo più evidente. L'influenza 2024 ne porta una particolarmente invasiva: persistente e fastidiosa, con il rischio di diventare cronica. Perché negli episodi post-influenzali il virus irrita la mucosa dei bronchi causando, in alcune persone, una risposta asmatica. Si tratta, in questi casi, di una tosse stizzosa, che si trascina per parecchie settimane, e che talvolta può diventare "produttiva", la cosiddetta tosse grassa.
Va precisato che la tosse è un meccanismo di difesa rapido e vigoroso, un riflesso fisiologico che coinvolge tutto l'apparato respiratorio, modulato dal sistema nervoso. Permette di gestire le secrezioni bronchiali, di rimuovere eventuali corpi estranei dalle vie aeree superiori e di mantenerle pulite.
Tutti i sintomi:
L'insieme dei sintomi (variamente associati) e la modalità di comparsa determinano la corretta diagnosi. Innanzitutto, l'esordio dei sintomi influenzali è solitamente improvviso.
L'influenza è caratterizzata dalla presenza di:
Febbre elevata ad esordio brusco (38-40°C, dura almeno 3-4 giorni);
Brividi di freddo accompagnati da:
Mal di testa (presente nell'80% dei casi).
A livello sistemico, compaiono:
Dolori ossei e muscolari diffusi in tutto il corpo (responsabili della tipica sensazione di avere le "ossa rotte");
Debolezza fisica;
Sono contemporaneamente presenti sintomi respiratori quali:
Naso chiuso o che cola;
Mal di gola;
Starnuti;
Dolori al petto durante la respirazione, anche piuttosto intensi.
In qualche caso, possono manifestarsi congiuntivite, fotofobia (fastidio per la luce) e sintomi gastrointestinali, tra cui riduzione dell'appetito, nausea, vomito, diarrea e crampi addominali.
Quanto dura l’Influenza?
I sintomi dell'influenza durano solitamente per 3-4 giorni e la maggior parte delle persone guarisce completamente dalla malattia entro una settimana, senza alcuna sequela significativa. In qualche caso, l'influenza può lasciare una sensazione di spossatezza che può durare anche dieci giorni/due settimane dopo la scomparsa dei sintomi.
Influenza: quanto dura la febbre?
In caso di influenza stagionale, solitamente, la febbre dura almeno 3-4 giorni.
La Prevenzione:
L'Ascorbato di Potassio con e senza ribosio interviene per riequilibrare i meccanismi che sono all'origine dei processi degenerativi ed agisce anche per potenziare e modulare la risposta immunitaria dell'organismo alle aggressioni di "agenti esterni".
La somministrazione di una dose al giorno di ascorbato di potassio con o senza ribosio viene consigliata e si ritiene adeguata in linea del tutto generale e nelle condizioni più favorevoli possibili a tutte le persone che abbiano la maggiore età. Tale assunzione può essere continuata a tempo indeterminato senza effetti collaterali o controindicazioni, trattandosi di una sostanza totalmente fisiologica, cioè perfettamente riconosciuta dall’organismo stesso a un dosaggio anch’esso fisiologico.
Le uniche tre cose che dovrebbero essere considerate da personale competente per stabilire gli eventuali dosaggi sono:
• presenza o rischio di ischemia o ictus
• importanti patologie renali con valori di creatinina molto alta
• patologie psichiatriche importanti.
L’assunzione di ascorbato di potassio può, in alcuni casi, dar luogo a un lieve aumento di pressione arteriosa, proprio per la sua azione di regolazione che va ad agire anche sull’attività del cuore, che viene poi normalmente ottimizzata in circa 10-15 giorni.
Generalmente, per una prevenzione ordinaria, può andare bene sia l’ascorbato di potassio tradizionale (Nike CK) che l’ascorbato di potassio con D-Ribosio (Nike RCK). L’assunzione avviene tramite una somministrazione giornaliera sempre a digiuno, almeno 15 minuti prima di fare colazione oppure almeno 45 minuti prima dei pasti principali, e, sempre almeno 30 minuti prima di eventuali farmaci e/o integratori assunti nello stesso momento dell’ascorbato di potassio.